Lavorare Online

L’idea di lavorare online ha per molto tempo occupato una piccola parte del panorama del mondo del lavoro. Grazie ad Internet, queste opportunità sono ora molto più concrete e stanno spronando molte nuove aziende a far partecipare con successo i cosiddetti solopreneurs ai loro progetti di business.

Quali sono i vantaggi che derivano dal lavorare online? Che ci si creda o no, esistono per entrambe le parti.

Se una persona che lavora in remoto non si trova fisicamente in un ufficio…non significa che se ne stia a spasso da qualche parte :)
Secondo Maren Donovan, CEO di Zirtual, “Un business prospera ed ha successo in base alle scadenze e ai bisogni delle altre persone”. Quindi è altamente improbabile che un/a professionista che opera da remoto possa impiegare tre ore nel bel mezzo della giornata lavorativa a fare altro senza che questo abbia delle ripercussioni.

Lavoro da Casa Online: un’Ottima Soluzione per la Produttività

Le nuove tecnologie permettono ambienti di lavoro molto più flessibili e personalizzabili. E professionisti e lavoratori di oggi chiedono proprio maggiore flessibilità. È una vera e propria soluzione win-win. Le aziende ottengono i migliori talenti e risparmiano sui costi delle strutture.

In un sondaggio condotto da TINYpulse sulla soddisfazione e la produttività di chi svolge il proprio lavoro da casa online, un non trascurabile 52% ha riferito di avere contatti con il proprio manager almeno una volta al giorno. Mentre un ulteriore 34% interagisce con i manager una volta a settimana.

Lavoro Online da Casa

Sfatiamo subito altri falsi miti sul lavoro online da casa:

“Lavorare online da casa significa minore efficienza”. FALSO.

È facile presumere che qualcuno che lavori in remoto sia più distratto e che, quindi, la produttività ne risenta. Tuttavia, uno studio condotto dall’Harvard Business Review già nel 2014 dimostra esattamente il contrario, riportando che alcune aziende hanno visto un aumento della produttività dei lavoratori del 13,5% dopo aver loro concesso di lavorare a distanza.

Qualcuno che lavora fuori dall’ufficio ha meno distrazioni con cui fare i conti, come il comune “effetto della sala” , cioè l’idea che i lavoratori vengano portati via dalle loro scrivanie per chiacchierare alla macchinetta del caffè o condividere un pezzo di torta per il compleanno di un collega. I lavoratori online non soggetti a questo tipo di interruzioni e non hanno di conseguenza bisogno di altro tempo per recuperare la concentrazione dopo l’interruzione.

Molti temono che il trasferimento di informazioni e dati aziendali sensibili su computer e su server esterni comporti un abbassamento dei livelli di sicurezza. Anche questo è falso. La tecnologia si è sviluppata a tal punto da ridurre al minimo questo tipo di problemi.

Ci sono un sacco di soluzioni sulla sicurezza che vengono sfruttate da chi lavora online in tutto il mondo. Avvalersi di buone pratiche di sicurezza, come l’impostazione dell’autenticazione a due fattori e delle reti private virtuali (VPN) garantisce che le informazioni siano bloccate e non possano essere violate da persone terze non autorizzate.

Tra l’altro, come molti giustamente sostengono, se qualcuno è intenzionato a rubare informazioni e dati sensibili lo farà anche trovandosi sul luogo di lavoro.

Come lavorare online: risorse e consigli utili

Credo che, presto o tardi, a tutti sia capitato di porsi la fatidica domanda: come posso lavorare online?

E, soprattutto in questo 2020, la seconda frase più gettonata è diventata “lavorare in Smart Working”. 

Spesso è usata in modo improprio come sinonimo di Telelavoro e, quindi, per indicare un lavoro svolto da remoto.
Ma ci sono delle differenze di non poco conto. 

Chi si chiede, invece, come lavorare online spesso mira a dirottare tutto il proprio lavoro nel mondo virtuale e a creare e gestire un suo proprio business.

Quali lavori si possono svolgere online?

Se anche tu aspiri a “metterti in proprio”, senza ombra di dubbio posso consigliarti il mio lavoro, ovvero quello dell’Assistente Virtuale.

Per questa categoria, come per la maggior parte delle professioni online, non esiste una qualifica unica e riconosciuta ma è sicuramente fortemente consigliabile avere esperienza pregressa e la consapevolezza che è necessario formarsi costantemente. 

I sistemi informatici, le legislazioni e le tipologie di professionisti con cui ci si interfaccia online cambiano continuamente ed è quindi utile essere sempre al passo con ogni minima mutazione che avviene nel Web.

Ogni Assistente Virtuale può poi decidere di specializzarsi sugli aspetti per i quali ha sviluppato maggiori competenze; su questo ho scritto un articolo. (Puoi vedere quali sono i miei settori d’azione nella pagina dedicata ai miei servizi).

Esattamente come per le AV, per ogni lavoro online è bene avere una preparazione reale e non improvvisarsi. È quindi preferibile partire da qualcosa che si sappia già fare in partenza. 

Ad esempio, se sei un insegnante di lingue o ambisci a diventarlo perché conosci molto bene la materia potresti vendere i tuoi corsi online invece di tenere delle classi in presenza. In questo modo il tuo corso diverrebbe un infoprodotto (un mercato immenso sul web), ovvero una “merce” replicabile, riutilizzabile e che ti garantirebbe un introito passivo.

Questo principio vale per qualsiasi cosa preveda un insegnamento: che si tratti di Yoga, cucina, business, finanza, o altro ancora. 

Oggi il pubblico disposto ad acquisire informazioni è vastissimo proprio grazie alle possibilità che offre la Rete.

10 professioni digitali

Se l’insegnamento non fa per te, ma sai destreggiarti ben nel mondo dell’informatica, sappi che anche la domanda in questo campo è enorme. Come si fa oggi a sopravvivere senza un PC e una connessione internet? 

È diventato fondamentale per la natura stessa delle professioni digitali, oltre che per distrarci e passare del tempo libero.

Esistono una varietà infinita di possibilità di lavorare online. Di seguito ti fornisco un elenco di professioni che si possono svolgere da remoto, ma sono solo una parte di quello che si potrebbe fare.

  • Creatore di siti web (web designer)
  • Esperto SEO/SEM
  • Copywriter/Content Writer
  • Social Media Manager
  • Community Manager
  • Digital Strategist
  • Web Analist/Data Scientist
  • Web Project Manager
  • Online Store Manager
  • User Experience Designer

Se sei agli inizi, non farti impressionare dallo sforzo che c’è dietro perché con passione e applicazione è possibile raggiungere brillantemente i propri obiettivi e creare la propria carriera “da remoto”. Io emolte altre colleghe ne siamo la prova 🙂

Pro e Contro dei lavori online

Lavorare online in autonomia ti permette di svincolarti da contratti poco qualificanti e da dogmi legati al mondo del lavoro in presenza. Per riuscirci, però, non bastala sola creatività (elemento comunque essenziale). Servono anche autodisciplina e struttura. Devi essere consapevole che il tuo lavoro dipende da te, sia in termini di qualità che di quantità.

Non basterà, infatti, studiare e dire di voler fare una determinata professione per avviarla.

Sarà necessario applicare opportune strategie di marketing per riuscire a trovare i clienti.
Bisogna essere proattivi e definire bene le caratteristiche della propria attività e del proprio pubblico target di riferimento.

E adesso passiamo all’azione!

Dopo averti proposto questa panoramica sul mondo delle professioni online ecco, come sempre, i miei 5 consigli di tool e piattaforme da utilizzare.

  • Hemingway editor
  • Crello
  • Figma
  • Remote Year
  • Remote.io

Hemingway editor

Se hai deciso di iniziare la tua carriera digitale nel mondo della scrittura e/o nella traduzione in inglese, ti presento Hemingway editor. 

Si tratta di un editore online gratis che ti aiuta ad essere il più performante possibile quando scrivi un testo.
È accattivante e intuitivo perché, grazie all’uso dei colori, ti dà indicazioni su errori di sintassi, uso improprio di verbi, avverbi, frasi e regala preziosi suggerimenti su come rendere più immediato e coinvolgente il tuo testo. 

Crello

Crello è un software per creare la grafica per i social o per il web in generale. 

Non è necessario essere dei web designer professionisti per poterlo utilizzare, anzi. È uno strumento molto semplice che offre la possibilità di creare dei contenuti di qualità. 

Ha numerosi modelli a cui ispirarsi ed ha una versione freemium e una premium.

Figma

Ecco qui una piattaforma basata sul cloud pensata per professionisti che lavorano (anche) in team. Permette di creare progetti web condivisi con i propri collaboratori partendo da zero. Ognuno potrà contribuire aggiungendo la sua parte al lavoro comune e firmarla. 

Anche in questo caso abbiamo una versione gratuita e una pro.

Remote Year

Il tuo sogno nel cassetto è diventare un Nomade Digitale?

Bene, se vuoi vedere il mondo senza correre il rischio di trascurare il lavoro Remote Year è la soluzione che fa per te! Iscrivendoti riceverai una consulenza su un programma di viaggio da fare insieme ad altre persone che vogliono vivere la tua stessa esperienza. Il progetto prevede l’organizzazione completa: spostamenti, alloggio, aree di lavoro, attività e iniziative comunitarie locali. Insomma tu dovrai solo pensare al posto che vorrai visitare, al resto ci pensa Remote Year.

Remote.io

È una piattaforma di raccolte di lavori da remoto.

Se sei alla ricerca di un lavoro da remoto puoi consultare la bacheca degli annunci e trovare il lavoro che fa per te, che si tratti di lavoro autonomo o da dipendente. È molto utile anche per la ricerca di validi collaboratori che ti affianchino nei tuoi progetti.

Spero di averti chiarito almeno un po’ le idee su come lavorare online e se hai bisogno di saperne di più di un’eventuale collaborazione con me scrivimi pure!

 

P.S. Dimenticavo!

Ho creato un corso gratuito dove condivido tantissimi altri consigli e risorse (gratis anche quelle!) per gestire al meglio il tuo business. Se vuoi dargli un’occhiata puoi iscriverti qui sotto:

Creare corsi online: quali sono i primi passi

Capita spesso che le clienti mi chiedano supporto quando decidono di creare corsi online.

È ormai pratica comune quella di affidarsi al Web per accrescere la propria cultura proprio perché si è superata del tutto l’idea che per seguire o tenere un corso ci si debba necessariamente trovare in un posto fisico.

Soprattutto in seguito al lockdown di quest’anno, siamo stati costretti a ripensare il nostro modo di approcciarci al lavoro, ma anche di relazionarci, comunicando e condividendo contenuti tramite piattaforme di videoconferenza.

Perché creare corsi online e chi può farlo

I corsi online sono indicati sia per chi ha già avviato una carriera da formatore sia per chi sente il bisogno di reinventarsi e condividere le proprie competenze (anche) al di fuori dei canali tradizionali.

I corsi vengono ideati e costruiti ad hoc per un determinato target e programmati in base ai contenuti che si vogliono trasmettere, ma anche scegliendone la struttura.

Da dove partire per creare un corso online

Quando progetti di creare un corso online devi innanzitutto avere ben chiaro chi è il tuo pubblico di riferimento.
In secondo luogo devi preparare e organizzare il materiale didattico partendo dal programma.

A questo punto devi decidere se vendere i tuoi pacchetti in formato video, solo audio o raccogliere i tuoi appunti in un ebook

Sarebbe ideale se le tre modalità fossero tutte reperibili con l’acquisto del corso perché, in questo modo, si dà la possibilità a chi si iscrive di scegliere la modalità di apprendimento in cui più si rispecchia. 

Queste modalità di apprendimento da remoto garantiscono al formatore una rendita passiva perché, una volta eseguiti gli aspetti pratici legati alla costruzione del corso, lo si può vendere su piattaforme web in maniera automatica. 

Una volta stabiliti questi punti chiave, si può partire con la creazione del materiale, la fase di registrazione degli audio o dei video, le foto, ecc. 

Come diffondere i corsi online

A questo punto devi decidere come diffondere e, quindi, vendere il tuo corso. 

Hai due possibilità:

  • affidarti a una piattaforma esterna e pubblicare il tuo corso pagando una commissione. In questo caso potrebbe essere più facile raggiungere dei potenziali clienti interessati all’argomento ma devi essere consapevole che non sono tuoi clienti. Infatti, nella maggior parte dei casi, l’utente finale è attratto da una piattaforma di facile fruizione (ad esempio Udemy) a un prezzo competitivo  e si legherà alla piattaforma più che a te.
  • pubblicare tramite il tuo sito: in questo caso le operazioni di marketing spettano interamente a te ma in compenso avrai un pubblico fortemente in target, che potrai fidelizzare e a cui potrai vendere altri tuoi prodotti.
    Questa opzione è quella che ho utilizzato anch’io per il mio corso (gratis) “Semplifica e Organizza il Tuo Business”.

Del punto uno, ovvero le piattaforme dedicate all’ e-learning, ti parlerò in un altro articolo. 

Oggi voglio soffermarmi sugli aspetti pratici legati alla creazione del corso che ti permetteranno di dare una forma al tuo sistema formativo

Pronta per scoprire gli attrezzi del mestiere?

  • Screencast-o-matic
  • Avidemux
  • Weschool
  • DocHub
  • Quizlet

Screencast-o-matic

Inizio questa lista parlandoti di un tool per registrare lo schermo del pc. 

Grazie a questo software potrai realizzare lezioni e video tutorial in maniera molto semplice. 

Ha una versione gratuita il cui limite è la registrazione di video di 15 minuti (e per alcuni tipi di tutorial potrebbero anche bastare), ma volendo ottenere di più, c’è la possibilità di acquistare due pacchetti diversi con una spesa minima che ti danno accesso anche a una serie di funzionalità per editare e montare i video. 
Per approfondimenti su Screencast-o-matic puoi consultare questa guida

Avidemux 

Se non hai bisogno di registrare il tuo desktop, ma devi effettuare delle registrazioni di persone e luoghi e hai bisogno di editare il video puoi farlo con Avidemux. 

Avidemux è un software basico che, una volta scaricato, permette di effettuare delle piccole operazioni di montaggio.

È compatibile con molti sistemi operativi ed è molto intuitivo. Puoi tagliare, filtrare, codificare molti tipi di file e automatizzare le operazioni impostando il lavoro alla base. 

Weschool

WeSchool è una piattaforma che permette di creare corsi inserendo contenuti multimediali e verifiche. Si può utilizzare inserendo il proprio indirizzo email e non è quindi legata ad un provider specifico. È molto intuitivo e permette di creare corsi online aggiungendo il materiale che si desidera, inserendo anche link ad altre piattaforme restando sempre su Weschool. 

È l’ideale per chi vuole creare un corso online usando un’unica piattaforma data la sua suddivisione in Wall, Board, Test e Valutazione. 

DocHub 

Potrebbe tornare utile, nella creazione dei corsi online, un editor di PDF. 

DocHub è un editor che nella sua versione gratuita permette di modificare fino a 5 documenti al mese.

Con DocHub è possibile visualizzare, modificare, firmare i documenti senza doverlo installare sul proprio pc.
Si può eseguire ogni tipo di modifica, dai testi all’inserimento delle immagini, fino all’aggiunta di una firma digitale. Una volta effettuate le modifiche è possibile scaricare o condividere il file.

Quizlet 

Vuoi rendere i tuoi corsi unici e divertenti? Devi assolutamente conoscere Quizlet!

Quizlet nasce come strumento educativo per l’apprendimento delle lingue, ma si applica con facilità ad ogni argomento che prevede un lessico specifico o nozioni da tenere bene a mente. 

Consente di realizzare giochi e quiz divertenti che aiutino, appunto, a memorizzare i contenuti.
Stimola la mente e crea un coinvolgimento maggiore nel corso.

Anche in questo caso sono disponibili una versione gratuita e una a pagamento. 

Se vuoi avere altre informazioni utili alla tua professione di Coach clicca qui e se hai bisogno di aiuto per mettere in piedi il tuo corso contattami!

 

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Agenda di lavoro: a cosa serve e perché è importante aggiornarla

Gestione Agenda

In qualità di Virtual Assistant mi occupo, tra le altre cose, anche di aiutare imprenditrici e professioniste ad alleggerire il loro carico di lavoro organizzando la loro agenda di lavoro.

Perché è importante avere un’agenda

Avere un’agenda di lavoro permette di strutturare la giornata, ma anche la settimana lavorativa, in una maniera che consente di raggiungere i propri obiettivi in maniera più sicura ed efficace.

Il taglio da dare all’agenda di lavoro è del tutto personale, così come la scelta della stessa, ma le finalità sono le medesime: organizzare.

Segnare tutte le attività, in ordine di priorità, non solo eviterà di farle dimenticare, ma renderà più scorrevole il workflow. 

L’ideale è scegliere un giorno della settimana per pianificare la successiva in modo tale da sapere preventivamente a quali attività si andrà incontro e poter scaglionare bene appuntamenti, impegni e meeting di vario genere. Personalmente preferisco farlo il venerdì, a fine giornata. Dedico una parte del mio tempo all’organizzazione della settimana successiva. In questo modo so di non aver trascurato niente e ho già chiari quali saranno i task della settimana successiva. Per me e per i miei clienti.

Come tenere un’agenda

Possiamo decidere l’ordine delle priorità degli impegni lavorativi in base al criterio che preferiamo scegliendo, magari, di inserire nella prima mattina le attività che richiedono un’attenzione maggiore e collocare le attività che richiedono più tempo nelle ore della giornata in cui sappiamo di non avere interruzioni.

Ma non esiste una maniera “giusta” in senso assoluto. Esistono dei metodi organizzativi che variano da caso a caso e ogni agenda deve essere personalizzata perché sia funzionale allo scopo. 

Nonostante si tratti di un’agenda di lavoro, il mio consiglio è inserire anche gli impegni personali. Annotare visite mediche, palestra, incontri con gli insegnanti o qualsiasi attività al di fuori del nostro business ci aiuterà a far si che vita lavorativa e vita privata coesistano armoniosamente. Incluso il nostro tempo libero.

Tipi di agende

Veniamo ora alla tipologia di agende disponibili. 

Inutile dire che ne esistono di ogni genere e tipo. Tutto dipende dal nostro essere, a partire dalla scelta tra un’agenda di lavoro cartacea o elettronica

Agenda di lavoro cartacea

È opinione comune che la scrittura manuale aiuti a memorizzare meglio. Imprimendo su carta i nostri pensieri eseguiamo un lavoro fisico oltre che mentale e questo aiuta il nostro cervello a focalizzarsi su ciò che stiamo facendo.
L’agenda cartacea è personalizzabile al 100%.
Possiamo optare per un planner basico in cui indichiamo impegni e orari (o, magari, farlo diventare un bullet journal) oppure scegliere qualcosa di più elaborato che stuzzichi la creatività. Agenda Perfetta ti aiuta a capire qual è l’agenda che fa al caso tuo in maniera molto divertente.

Di contro il cartaceo si può perdere o dimenticare.

Agenda di lavoro elettronica

Chi lavora tutto il giorno al computer, chi non ama la sua scrittura a mano, chi vuole restare sempre connesso, non può far altro che scegliere un’agenda di lavoro elettronica. 

L’agenda elettronica si può sincronizzare con tutti i dispositivi che utilizziamo.
Avendola costantemente con noi, che sia sullo smartphone, sul tablet o sul pc, avremo sempre sotto controllo l’andamento della giornata/settimana pur non essendo in ufficio. Anche in questo caso è possibile inserire personalizzazioni di ogni tipo. 

Il rovescio della medaglia? Avremo sempre un promemoria che ci avviserà di qualcosa, un bip, una notifica di troppo.  

Quali sono le tipologie di agende di lavoro elettroniche

  • Excel
  • Google Calendar
  • Outlook
  • Registra orari
  • RescueTime

Excel

Più noto per la creazione e l’elaborazione dei fogli di calcolo, è uno strumento utile anche per creare un’agenda elettronica.

Dando un’occhiata ai modelli predefiniti possiamo scegliere quello che preferiamo, aggiungere i nostri eventi/impegni e modificarlo nel modo più confacente alle nostre necessità colorandolo, modificando il carattere o la sua dimensione. Possiamo aggiungere immagini se lo riteniamo opportuno. E possiamo anche stamparlo.

Google Calendar

Se hai già un account Google puoi usare in maniera del tutto naturale il suo Calendario semplicemente eseguendo l’accesso dopo aver scaricato l’applicazione. 

Questa app è sincronizzabile con tutti i dispositivi ed è semplice e intuitiva da usare. Ha un calendario preimpostato che suddivide la giornata in ore. Possiamo scegliere se aggiungere un promemoria, un evento o un’attività. Dettagliare ciò che segnamo aggiungendo il luogo, l’orario, i contatti (se sono salvati nella rubrica Google), una descrizione. Possiamo indicare se per quell’evento è prevista una videoconferenza Google Meet e creare gli inviti. Si può integrare bene con Google Keep.

Outlook Calendar

Outlook è un servizio di posta gratuito con un calendario integrato. 

Esattamente come per Google Calendar, il calendario di Outlook permette di creare appuntamenti ed eventi e condividerli, organizzare riunioni, tenere al corrente il resto del team di tutto ciò che è stato pianificato, inserire altri calendari e condividerli a loro volta. Anche in questo caso è molto semplice e intuitivo. Basta avere un account Microsoft.

Registra orari

Mi allontano dal classico concetto di agenda per presentarti questa app (disponibile sia per Android che per Apple) che richiede davvero poca applicazione per essere compresa. Registra orari, infatti, è una semplicissima app, tutta italiana, sulla quale annotare orari di lavoro, straordinari, pause, ferie e permessi; note e promemoria; stabilire la priorità delle note e impostare le notifiche in base alla priorità stabilità. È in grado di generare dei PDF e report sull’andamento che decidiamo di seguire.

Sarà facilissimo avere tutto sotto controllo!

RescueTime

Stai riprogrammando il tuo modo di lavorare e vuoi capire quali sono gli errori che commetti?

Rescue Time monitora il tempo che impieghi nelle attività quotidiane bloccando le distrazioni. Classifica gli impegni che gli sottoponiamo in base al rendimento che hanno fruttato. Inoltre offre formazione per singoli professionisti o team che desiderano essere più performanti.

È particolarmente utile per migliorare e/o potenziare la produttività

Spero di esserti stata utile con i miei consigli. Se hai bisogno di un supporto nella gestione dell’agenda dai un’occhiata al servizio dedicato oppure scrivimi

 

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Impara a delegare per alleggerire la tua vita e il tuo lavoro

Quando si parla di delegare i tipi di reazione sono due:

  1. Chi rabbrividisce al solo pensiero di affidare a qualcuno ciò che sa fare benissimo e che nessuno farebbe mai come lui/lei.
  2. Chi accoglie con favore la possibilità di condividere gli sforzi per il bene di corpo e psiche.

Citando la Treccani, delegare significa “Incaricare qualcuno di compiere qualche atto in propria vece”

Si può pensare alla delega in molti modi diversi.

Ciò che serve, principalmente, a far sì che la delega porti i risultati sperati è la consapevolezza che qualcun altro sappia far bene come noi. Ognuno di noi ha ideato e curato nei dettagli un proprio progetto, cresciuto come un figlio. È normale sentire un forte legame con le attività quotidiane di gestione della propria attività, ma è giusto saper riconoscere i propri limiti sia quando si parla di competenze sia quando si parla di tempo

Facciamo un esempio.

Delegare nel Coaching

Sei una Coach. Di Business, Life, Language, Travel, Spiritual, o qualsiasi altro ramo.

Hai iniziato, come nella maggior parte dei casi, disegnando da sola il tuo Business Plan; ti sei occupata da sola di smaltire tutta la burocrazia del caso; hai aperto le tue pagine social, il sito e magari altro ancora.

Accanto a tutto questo c’è il tuo VERO lavoro: l’insegnamento. Che si può tradurre in:

  • corsi
  • appuntamenti
  • la registrazione e la cura dei clienti
  • la fatturazione
  • gli archivi

E potremmo aggiungere altri task ancora. 

Immagino che tu voglia far bene la tua attività, ma che, com’è normale che sia, non sia esperta in tutto. È necessario quindi imparare a delegare proprio per non iniziare ad arrancare nel proprio business e affrontare tutto con più concentrazione e leggerezza, come descritto in questo articolo di Milena Rota.

Ecco che entra in gioco la delega

Puoi trovare una persona che ti affianchi nella gestione di una o più mansioni, che ti alleggerisca il lavoro e, perché no, la vita. Perché se devi occuparti di TUTTO ciò che ruota attorno al tuo business non avrai certamente il tempo di dedicarti a ciò che ami fare al di fuori del tuo lavoro. La famiglia, il tuo tempo libero in tutte le sue forme. 

Quando siamo così prese dal dover e saper far tutto anche la passione più grande può trasformarsi in una gabbia dorata. 

Ovviamente è necessario scegliere la persona più affine a sé e al tipo di attività di cui si ha bisogno. E Qsfera dà dei consigli interessanti su come sceglierla.

Ti segnalo anche degli articoli in cui ti elenco i servizi che offro e alcuni tool utili a migliorare il flusso di lavoro e la nostra collaborazione. 

Non finisce qui!

Collaborazione virtuale

Anche oggi ho scovato per te i miei top-5-tool per facilitare il lavoro.

  • Yammer
  • GoMoodboard
  • Twitch
  • Startup Stock Photos
  • Writerack

Yammer 

Yammer è una piattaforma di proprietà Microsoft, simile a Slack, utile a ottimizzare la collaborazione e condivisione all’interno di un team. Si tratta di un vero e proprio Social Network interno all’azienda che tende a ridurre le criticità legate al dispendio di tempo ed energie. Grazie a questo strumento si possono condividere documenti, progetti e i loro avanzamenti; ed essere sempre connessi e informati pur non dovendo partecipare a lunghe riunioni. È un modo veloce e pratico per creare gruppi, pubblicare annunci e impostare sondaggi. La caratteristica che lo rende “wow” è la possibilità di trasmettere eventi senza utilizzare altre piattaforme. E poi, inutile dirlo, ha un piano gratuito, che non guasta mai.

GoMoodboard

Se ancora non sai cos’è una mood board devi assolutamente scoprirlo! Letteralmente è una tavola dell’umore. Permette di posizionare graficamente ciò che stiamo ideando. Una tipologia di mappa mentale più dettagliata perché permette di accostare note scritte a foto, disegni, schemi. 

Con GoMoodboard puoi crearla digitalmente scegliendo tra modelli predefiniti o personalizzandola come preferisci e vederla sui tuoi dispositivi. Selezioni le immagini dal web e le raccogli nella tua bacheca. Puoi decidere se renderla pubblica o tenerla privata e sarà un ottimo modo per raccontare le tue idee ai tuoi clienti o creare la strategia di comunicazione del tuo brand.

Twitch

Nato per ospitare lo streaming di videogiochi, è oggi una validissima alternativa a Youtube. Si tratta di una piattaforma live streaming di proprietà di Amazon e conta milioni di utenti attivi ogni giorno. Permette di trasmettere anche dirette ed ha un occhio di riguardo per la qualità dei contenuti condivisi. 

È un modo per restare connesse con i clienti e condividere informazioni, consigli utili e appuntamenti. 

Startup Stock Photos

È un sito che offre immagini gratuite relative alla vita di ufficio che puoi aggiungere alla lista che avevo creato a suo tempo.
Se vuoi parlare della tua attività online e mostrare agli utenti contenuti relativi all’organizzazione di un ufficio che includano smartphone, notebook, appunti cartacei e digitali ecc. puoi visitare Startup Stock Photos.

Writerack

I tuoi clienti sono su Twitter? Hai molto da dire ma 280 caratteri penalizzano i tuoi testi?

Puoi utilizzare Writerack che interverrà creando un tweetstorm, ovvero una tempesta di tweet.
Potrai raccontare la tua storia inserendo il testo completo su Writerack, dopo aver collegato l’account, e lui provvederà a formattare il testo rendendolo semplice, chiaro e pronto per la pubblicazione che ovviamente avverrà in automatico. 

Hai già in mente cosa poter delegare? Scrivimi per iniziare la nostra collaborazione!

 

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Fase 2. Le migliori risorse gratuite per aiutarti a ripartire

In queste settimane ho deciso di dedicare una parte del mio tempo a cercare informazioni e risorse gratuite che potessero aiutare, sotto diversi aspetti, freelance e professionisti con partita iva.

Alcune le ho inserite nella mia ultima newsletter e, visto il buon riscontro che ho avuto dalle iscritte, ho pensato di aggiornare la lista.

Principalmente quelli che raccolgo sono sempre siti, articoli e corsi a sostegno del business e della formazione.

Come per la newsletter, però, ci tengo a segnalare anche dei servizi a tutela della nostra salute.
Perché questo lockdown è stato senz’altro una misura necessaria per rispondere a una situazione d’emergenza, ma allo stesso ha agito come un vero e proprio shock sulle nostre vite. A 360 gradi.

È proprio dalla salute, quindi, che vorrei partire.

RISORSE GRATUITE PER IL SUPPORTO PSICOLOGICO

RISORSE GRATUITE PER IL SUPPORTO ECONOMICO

  • Qui puoi consultare tutte le principali misure per le famiglie, i lavoratori e le imprese introdotte dal Decreto Rilancio.
  • Tra le varie novità in tema di welfare, anche un secondo bonus di 600 euro per i possessori di lavoratori autonomi.
  • Se hai fatto domanda già a marzo e ancora non hai ricevuto il primo accredito, prova a fare un controllo seguendo le indicazioni che la commercialista Laura Rubini dà in questo post.
  • Ti consiglio di consultare anche tutti gli interventi di sostegno economico previsti nella tua Regione di residenza.  Qui trovi una comoda tabella riassuntiva, Regione per Regione.
  • Se risiedi nella Regione Lazio dai un’occhiata anche agli aiuti previsti dal progetto “Nessuno Escluso”.
  • Se vivi fuori dall’Italia, invece, potrebbe esserti utile quest’articolo di ACTA che riassume le principali misure adottate da alcuni paesi europei.

RISORSE GRATUITE PER IL SUPPORTO ALLA FORMAZIONE E AL BUSINESS

  • Qui puoi consultare l’archivio di tutti i podcast dell’iniziativa “Attiviamo Energie Positive“: un progetto molto interessante di Produzioni Dal Basso che è stato attivo durante l’intera fase di lockdown.
  • Facebook ha pubblicato un documento in cui condivide diversi consigli di strategia per il business. Lo trovi qui.
  • Se per te l’inglese non è un problema, devo assolutamente segnalarti il corso “Smart From Scratch” di Smart Passive Income, pensato per aiutarti a trovare un’idea di business vincente e sostenibile (o magari a rivedere quella attuale).
Creato da Pat Flynn, che gestisce con successo diversi progetti online, solitamente il corso è in vendita a 249 dollari, ma è stato reso gratuito (per un periodo limitato di tempo) proprio per rispondere a questo momento così particolare.

IL MIO CONTRIBUTO

Ti ricordo anche il mio corso gratuito “Semplifica e Organizza il Tuo Biz”.  Nove email più un bonus finale in cui ti parlo di:

1. Organizzazione, time management ed ufficio virtuale
2. Pillole di personal branding
3. Blog e sito internet
4. Newsletter e list-building
5. Business internazionali e clientela estera
6. Social media e pubblicità
7. Fisco per lavoratori autonomi
8. Legge, welfare e associazioni di categoria per freelance
9. Formazione per freelance

E sì: anche queste risorse sono tutte gratis 🙂

Nella speranza che quest’emergenza abbia avuto un impatto minimo sulla tua salute, il tuo lavoro e, in generale, la tua vita tutta, mi auguro davvero che questo post possa esserti d’aiuto in maniera concreta.

Se hai domande per me, nella pagina contatti trovi tutti i posti e i modi per farmele.
Se invece vuoi sapere se posso esserti di supporto in qualche maniera dai un’occhiata qui e qui.

E se conosci qualcuno a cui potrebbe essere utile questo post, puoi condividerlo con i pulsanti qui sotto.

A presto!

 

P.S. Dimenticavo!

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10 Tool Gratis per Creare Contenuti di Qualità

Come ho già accennato in questo post, i contenuti di qualità sono la spina dorsale che sorregge un’intera strategia di comunicazione.

Affinché possano funzionare in maniera efficace, però, è necessario pubblicarne in maniera costante.
Eppure quest’aspetto così essenziale finisce spesso per diventare un grosso ostacolo per chiunque non si occupi di scrittura sul web di professione.

Vuoi per ragioni di tempo (e qui mi dichiaro colpevole anch’io, Vostro Onore), vuoi perché trovare idee sempre nuove per dei contenuti di qualità è obiettivamente impegnativo, è molto frequente ritrovarsi a dover superare questa specie di “blocco dello scrittore”.

Sulla gestione del tempo e l’aumento della produttività, ti rimando agli strumenti che ho elencato in questa newsletter.

Invece, per trovare idee per contenuti che interessino davvero al proprio pubblico target, ti riporto di seguito la mia selezione personale di tool online.

Li utilizzo ormai da diverso tempo e, almeno per me, fanno davvero la differenza.

Come dici? Certo che sono gratis, ormai dovresti conoscermi 🙂

Ricerca di idee nuove per contenuti di qualità

Feedly

Immagina di voler trattare degli argomenti specifici (crescita professionale, gestione business, life coaching o qualunque altro topic) e di poter scandagliare continuamente tutto il web alla ricerca degli articoli e dei siti migliori che trattano questi temi.
Immagina, poi, di avere anche la possibilità di salvare tutti questi contenuti in un unico posto dove puoi andarli a recuperare quando vuoi.
Ecco, puoi fare tutto questo (e molto altro) con Feedly.
Comodissimo vero?

Google Alert

Nel post sulle parole chiave ho parlato di Google Trend come di un tool che mostra la popolarità di un argomento in un determinato periodo temporale.
Un altro tool di casa Google che può essere un valido alleato per cercare idee per contenuti interessanti in maniera costante è Google Alert.
Tu imposti delle parole chiave specifiche su un argomento di tuo interesse e lui ti invia delle notifiche (periodiche e automatiche) ogni volta che trova news e articoli che corrispondono a ciò che gli hai chiesto di cercarti.
Puoi impostare tutti gli avvisi di ricerca che desideri seguendo le istruzioni riportate qui.

BuzzSumo

Assieme a Google Trend è un altro ottimo strumento per avere un’idea di quanto sia popolare un determinato argomento.
In base alle parole chiave che inserisci, BuzzSumo ti mostra una classifica di quante volte, da chi e su quali piattaforme sono stati condivisi gli argomenti che ti interessano (e, di conseguenza, anche chi sono gli influencer per quello specifico settore/tema). Puoi sfruttare la prova gratuita di 7 giorni.

Refind

In assoluto il mio preferito.
Anche Refind monitora costantemente il web alla ricerca degli argomenti più recenti e di qualità su cui vuoi rimanere aggiornat@.
Rispetto a Feedly, però, ha un tempismo migliore nel riportare i contenuti più nuovi e, addirittura, nel mostrarti i trend futuri.
Basta registrarti e selezionare un minimo di 5 temi di tuo interesse (ed eventuali personaggi autorevoli nella nicchia di riferimento) e Refind creerà per te una vera e propria rivista personalizzata dei soli topic che desideri seguire.
Se ti va, puoi anche scegliere di riceverla ogni mattina per email.

Scrivere senza distrazioni è importante per creare contenuti di qualità

Calmly Writer

Quando inizi a scrivere con Calmly Writer tutte le fonti di (potenziale) distrazione, semplicemente, spariscono.
Calmly Writer, infatti, possiede l’interfaccia più essenziale che abbia mai visto: uno sfondo monocolore grigio.
Cliccando sull’icona del fiore in alto a sinistra puoi utilizzare alcune funzionalità aggiuntive, tra cui la possibilità di far diventare lo sfondo nero (per affaticare meno la vista) ed evidenziare solo il paragrafo che stai scrivendo in quel momento (per massimizzare focus e produttività).
Puoi salvare tutti i file nel suo cloud e usarlo con facilità anche da smartphone e tablet.

Come creare contenuti di qualità con una buona strategia SEO

Soovle

Anche se ho già trattato la SEO ampiamente qui e suggerito tanti tool gratis sulle parole chiave qui, Soovle è stata una vera scoperta!
Perché?
Perché inserendo una query di ricerca ti suggerisce le parole chiave per TUTTI i motori di ricerca esistenti (Google, Bing, Amazon, Answers.com, Yahoo, Wikipedia, Youtube).
Poi clicca su “Secrets” in alto a destra scopri tutte le altre funzioni che offre 🙂

Grafica e immagini

Canva

È il tool-di-grafica-per-non-grafici per eccellenza e sicuramente lo conosci già.
Ci puoi creare immagini e documenti professionali di ogni tipo, grazie anche all’ampissima sezione di template gratuiti che offre.
Dai un’occhiata anche ai tutorial per imparare a utilizzarlo a 360 gradi (magari c’è sempre quella funzione utilissima che non conosci).

Death To The Stock

Ho già elencato qui tantissimi siti dove trovare immagini professionali gratuite e ad alta definizione.
Quello che caratterizza Death To The Stock, però, è che NON si tratta, appunto, di immagini stock che troveresti piazzate su altri duecento siti, ma di una libreria che si aggiorna ogni mese con delle foto sempre nuove e uniche, inserite dagli artisti stessi che le scattano.
Puoi sfruttare la prova gratuita di 14 giorni per scaricare delle immagini che sono delle vere e proprie piccole opere d’arte.

Stencil

Stencil è un altro tool di grafica.
Molto più basico rispetto a Canva, ma utile per trovare immagini o icone extra. E per la sezione “Quotes”, in cui cercare idee per creare grafiche con citazioni “ispirazionali”.

Contenuti di qualità nei Social media

Pinterest

Che tu ci creda o no, Pinterest è un’ottima piattaforma per trovare delle idee per dei contenuti di qualità.
A seconda di quanto approfondirai la tua ricerca, sarai in grado di scovare articoli interessanti e (ovviamente) immagini di ogni tipo.
Più che un social media, infatti, Pinterest è considerato un vero e proprio motore di ricerca, secondo solo a Google come popolarità e qualità dei risultati delle ricerche.
Io lo uso quando ho bisogno di un po’ d’ispirazione, ma ho trovato spesso diversi articoli che mi sono tornati utili.
Anche i miei vengono condivisi dagli altri utenti in maniera piuttosto regolare, generando più coinvolgimento, visibilità e migliorando persino il ranking del mio sito su Google.

Cosa ne pensi di questi 10 tool per la creazione di contenuti di qualità?

Spero che possano esserti d’aiuto per creare contenuti interessanti in maniera più costante.
Se pensi di non avere comunque abbastanza tempo per creare o gestire contenuti di qualità, puoi dare un’occhiata ai servizi che offro io qui, delegare tutto a me e non pensarci più.

P.S. Dimenticavo!
Ho creato un corso gratuito dove condivido tantissimi altri consigli e risorse (gratis anche quelle!) per gestire al meglio il tuo business. Se vuoi dargli un’occhiata puoi iscriverti qui sotto:

 

20 Tool Gratis per Trovare il Tuo Cliente Ideale

Chi è il tuo cliente ideale?

Se ti stai chiedendo chi è il tuo cliente ideale e la risposta è “Tutti”, “Chiunque”, “Non so” o qualcosa di simile, dobbiamo parlare 🙂

Capisco che sembri allettante pensare che tutti abbiano bisogno dei tuoi prodotti o servizi.

Ma.

Se il tuo scopo è “arrivare “a tutti, finirai per trascurare proprio quel pubblico che, in realtà, ha più bisogno di te.
Perché i prodotti, i servizi e i contenuti che creerai non saranno indirizzati ai tuoi (potenziali) clienti, ma alle persone sbagliate.

In altre parole

Rivolgere i propri prodotti o servizi a tutti, significa non rivolgerli a nessuno.

Non temere: non sei solo/a là fuori. Trovare clienti è IL problema di chiunque gestisca un’attività.

Su come identificare il proprio cliente ideale ne parlo già nel corso gratuito “Semplifica e Organizza il Tuo Biz”, all’interno della lezione dedicata al personal branding e aggiungo anche alcune risorse gratuite a corredo.

Con questo post, però, approfondisco ancora di più l’argomento perché la definizione e la ricerca della propria clientela sono aspetti troppo importanti per essere solo “accennati”.

La buona notizia è che il web ci offre degli strumenti efficaci e gratuiti per individuare questa potenziale clientela.
Da parte tua, quindi, devi solo di preventivare un po’ di tempo da investire in questa ricerca.

Quindi chi (non) è davvero il tuo cliente ideale?

E soprattutto: come si fa a definirlo?

Per evitare che le tue risorse (finanziarie, di tempo e di energie) vadano sprecate, è fondamentale lavorare in modo strategico fin da subito, quando il tuo progetto di business è ancora ad uno stadio, per così dire, “embrionale”.
Infatti è in questa fase che si individua il proprio pubblico target di riferimento.

Una volta identificato, poi, si può restringere ancora di più il campo e passare a definire il proprio cliente ideale (o la propria cliente ideale).

Come? Iniziando col dare una risposta a queste due domande:

“Chi riscontrerà maggiormente le necessità o i problemi a cui posso porre rimedio?”
“Chi avrebbe qualcosa da perdere qualora non affrontasse quei problemi o quelle necessità?”

Insomma devi fare un po’ di brainstorming e scrivere nero su bianco non solo l’anagrafica, ma anche i gusti, le preferenze le paure, le sfide e quante più informazioni possibili riguardanti il tuo cliente tipo.

Gioia Gottini ha scritto dei post piuttosto interessanti su come definire chi -non- sia il proprio cliente ideale.
Ti consiglio di dargli un’occhiata e, oltre a quello linkato, leggi anche gli altri articoli suggeriti a fondo pagina: aiutano a “completare il quadro”.

Hai già avuto dei clienti? Utilizza i sondaggi

Una volta ottenuta un’idea su chi sia in teoria il tuo cliente ideale, è il momento di andare a cercare un riscontro nel “mondo reale” (ossia studiando i dati reali) per capire se il ritratto che hai delineato è abbastanza realistico o se, piuttosto, c’è bisogno di aggiustare un po’ il tiro.

Un sondaggio può essere un ottimo modo per ottenere questo tipo di informazioni.
Puoi inviarlo ai tuoi clienti passati o attuali (se ne hai già o ne hai già avuti) perché ti permette di individuare esattamente chi è più propenso ad acquistare i tuoi prodotti o servizi.
Tool come Survey Monkey e Typeform sono perfetti per questo tipo di ricerca.

Di nuovo, non limitarti all’anagrafica, ma cerca di capire quali sono i problemi chiave e le “sfide” che quotidianamente si trovano ad affrontare.
E, se puoi, spingiti ancora oltre e richiedi informazioni approfondite su quali siano i loro gusti e cosa piace loro fare o, perché no, su quali siano i desideri che desidererebbero tanto esaudire.

Ti consiglio anche di chiedere COME e DOVE questi clienti hanno saputo di te. Così saprai già da dove partire quando dovrai “scovarne” di nuovi.

Passa Google Analytics al microscopio

Se hai già un sito web collegato a Google Analytics sii felice perché sei un pezzo avanti 🙂

I dati statistici elaborati, infatti, possono fornirti una quantità enorme di informazioni sul tuo pubblico target.

In effetti, questa è la maniera numero 1 per capire ESATTAMENTE chi ha comprato da te e a chi dovresti rivolgerti in futuro.

A seconda degli obiettivi che vuoi raggiungere, ecco quali sezioni puoi andare a monitorare:

Per scoprire chi ha acquistato da te in passato: in base a come Analytics monitora attualmente le vendite o le conversioni, vai su Conversioni ⇒ E-commerce.

Per scoprire quali argomenti o tipi di contenuto piacciono di più ai tuoi visitatori: Vai su Comportamento ⇒ Contenuti del sito ⇒ Tutte le pagine e ordina per Visualizzazioni di pagina.

Per scoprire come la maggior parte dei visitatori ha scoperto il tuo sito: Vai su Acquisizione ⇒ Panoramica e clicca sui singoli canali per visualizzarne le specifiche.

Se vuoi conoscere l’anagrafica del tuo pubblico: Vai prima su Pubblico ⇒ Panoramica e poi su Dati demografici ⇒ Panoramica per trovare informazioni come età, sesso, interessi, paese, città, lingua e addirittura il sistema operativo utilizzato.

Approfondisci quanto più possibile la ricerca su Analytics: ogni sezione è davvero preziosa.

Ottieni informazioni ancora più approfondite

Per allargare ancora di più l’analisi dei dati del tuo sito, puoi utilizzare Quantcast Measure (sì sì: c’è anche la versione gratuita 🙂 ).

Non devi far altro che inserire un codice nel tuo sito e Quantcast ti restituirà informazioni chiave sull’anagrafica dei tuoi visitatori come età, genere, reddito familiare, livello di istruzione e molto, molto altro.

Non solo. Puoi anche:

  • Visualizzare le preferenze d’acquisto dei tuoi visitatori
  • Suddividerli in “unici”, ” regolari” o “fidelizzati”
  • Raggrupparli in segmenti e ottenere informazioni ancora più dettagliate

Non hai mai avuto clienti? Intercetta le conversazioni sul web

L’analisi dei dati statistici del tuo sito è un ottimo metodo per capire chi sono e come si comportano i tuoi (potenziali) clienti, ma ti può fornire indicazioni solo su quelli che già ti conoscono (perché, appunto, sono già arrivati sul tuo sito).

Per scoprire se in questo momento ci sono degli utenti alla ricerca di prodotti, servizi o contenuti specifici, è necessario un po’ del cosiddetto “social listening”.

Grazie a strumenti come Mention, AgoraPulse, Quora e Google Alert, puoi tenere d’occhio le domande e i problemi più comuni relativi al tuo settore di riferimento.

In più, puoi farti un’idea più precisa di quali siano i “luoghi” del web che i tuoi clienti potenziali frequentano di più.

Personalmente seguo molto le conversazioni che nascono all’interno dei gruppi di Facebook e LinkedIn (selezionati in base al mio target).

Se individuo un problema o una necessità di un membro del gruppo per cui ritengo di poter essere d’aiuto, intervengo dando consigli e suggerimenti pratici.

Se poi quella persona percepisce il valore che posso apportare con i miei servizi, magari vorrà approfondire (in privato) la discussione e questo potrebbe portare a una buona opportunità di business.

In più, là dove consentito, i gruppi sono un ottimo posto dove utilizzare la tecnica del sondaggio (ma anche la rete di contatti del social network stesso o la rubrica della tua email potrebbero esserlo).

ATTENZIONE: interagire nei gruppi NON significa vendere in maniera spinta i propri prodotti o servizi…magari condividendo dei link che rimandano alla tua ultima, imperdibile offerta.

A meno che le regole del gruppo non lo prevedano, quello è considerato SPAM e il rischio di essere (giustamente) bannati è dietro l’angolo.

È importante che tutto avvenga nella maniera più naturale possibile e, soprattutto, nel rispetto del regolamento dei gruppi.

Passa dalle conversazioni all’analisi dei dati social

Quasi tutti i più importanti social network forniscono delle metriche sui loro utenti e su come interagiscono all’interno delle singole piattaforme, attraverso strumenti di analisi integrati come:

C’è poi la pagina degli strumenti gratuiti di SocialBakers che contiene tutto questo (e molto altro) in un unico posto: una delle mie scoperte migliori!

Per capire quali (potenziali) clienti “popolano” al momento i social e come puoi intercettarli, presta particolare attenzione a:

  • I loro dati anagrafici 
  • Il tipo di contenuti che piace di più (cioè che ottiene il più alto livello di engagement): testi, immagini, video o link?
  • Gli argomenti più popolari
  • I social media che frequentano di più

Focalizzarsi su caratteristiche chiave come CHI sono i tuoi clienti ideali, CHE COSA piace loro e DOVE li puoi trovare ti aiuterà non solo a scoprire informazioni sul tuo attuale (o futuro) pubblico, ma anche a targettizzarlo in maniera molto più precisa se deciderai di investire in campagne pubblicitarie con Facebook Ads o Google Ads.

Studia anche le nicchie di mercato

Cos’è una nicchia?

La nicchia è un segmento di mercato che interessa un ristretto numero di persone con esigenze e caratteristiche comuni. Differisce rispetto al mercato generico perché questo, invece, comprende tante persone con interessi variegati.

Dalla definizione si evince che ciò che caratterizza una nicchia NON è la sua grandezza ma, al contrario, proprio il fatto che si tratti di un gruppo ristretto di persone.

E perché restringere il numero di potenziali clienti?
Perché sarà un pubblico interessato unicamente ai prodotti e ai servizi che proponi tu e, quindi, più predisposto a “consumare” ciò che hai da offrire.

Trendwatching, Offervault, Clickbank o Google Trends sono ottimi tool per individuare nicchie di mercato potenzialmente profittevoli.

Ricerca informazioni sul target dei tuoi competitor

A volte può essere utile integrare le informazioni raccolte sul proprio target con quelle dei propri competitor.
Non per copiare nulla chiaramente, ma solo per avere un’idea più chiara di quale sia la situazione attuale del vostro mercato di riferimento.

Ovvio: non è possibile accedere ai dati statistici dei tuoi concorrenti o inviare dei sondaggi ai loro clienti.

Quello che puoi fare è impostare degli alert (vedi paragrafo 6) ogni volta che si sta parlando dei tuoi competitor sul web (ad esempio sui social media). Ti potrebbe aiutare ad avere una un’idea più chiara di CHI è che ne sta parlando.

Poi potresti fare un giro sulle loro pagine social e il loro sito web per capire a quale tipo di pubblico si rivolgono.

Uno dei modi più semplici per individuare il loro pubblico target è cercare degli eventuali freebie e scaricarli (se regalano un ebook gratuito per “mamme lavoratrici”, ad esempio, è evidente quale sia il loro target di riferimento).
La newsletter stessa può essere una fonte interessante di informazioni sul tipo di clientela a cui si rivolgono, anche per capire che stile comunicativo utilizzano per parlare ai loro clienti (sì: ti sto dicendo di iscriverti alla newsletter dei tuoi concorrenti 🙂 ).

Passa all’azione

Una volta ottenuto un pubblico altamente profilato, presumibilmente ne conosci:

  • l’anagrafica
  • gli obiettivi che persegue
  • i posti (virtuali e reali) che frequenta
  • i canali social che utilizza
  • i suoi gusti
  • i suoi valori
  • i problemi e le sfide più importanti che si trova ad affrontare

e così via.

Le mosse successive da intraprendere per farsi conoscere e attrarre (davvero) i tuoi clienti ideali si possono riassumere in 3 macro-step.

#1 Crea delle buyer persona

Che poi altro non sono che una versione “riveduta e corretta” del cliente ideale di cui al paragrafo 2, alla luce dei dati ora in tuo possesso.
Le buyer persona saranno ciò su cui costruirai la tua strategia di inbound marketing, quindi sii molto preciso/a nel crearle e aggiungi quanti più dettagli possibili, anche quelli che ti sembrano poco importanti.
Più riesci a visualizzarlo chiaramente, più avrai messo a fuoco il tuo cliente ideale.

Tieni sempre a mente la domanda “Qual è il problema principale che ha bisogno di risolvere?” perché sarà ciò su cui baserai i prodotti, i servizi e i contenuti che gli offrirai (oltre a tutto il tuo marketing).

Prova anche questo simpatico tool di HubSpot per crearle.

#2 Crea dei contenuti che risolvano (davvero) i più grandi problemi dei tuoi clienti

Oppure, come dicevo prima, che avverino i suoi più grandi desideri.
Non solo avrai la certezza di rivolgerti a un target specifico e di reale interesse per te ma, con molta probabilità, quei contenuti attireranno il pubblico giusto anche in futuro.
Cerca anche di capire quali siano il tone of voice e lo stile di scrittura più adatti al tuo cliente ideale.

#3 Crea dei prodotti o dei servizi che i tuoi clienti “semplicemente” ameranno

Fallo basandoti sui punti 1 e 2.
Tieni presente che questo processo non si esaurisce mai.
Anzi: è da ripetere con regolarità e da migliorare via via, ricercando feedback ogni volta
che si può 🙂

Trovare clienti: un lavoro di empatia

Avrai notato anche tu che c’è una specie di filo conduttore che unisce tutte queste strategie.
Ovvero il sapersi mettere in ascolto dei bisogni, delle sfide, dei gusti e dei desideri più profondi delle persone.

Gli strumenti che ti ho indicato in questo post possono essere dei supporti utilissimi, ma non possono sostituire quel fattore umano che solo tu possiedi: l’empatia.
Sviluppare la capacità di metterti nei panni dei tuoi clienti è la vera chiave.
Perché non solo, quando ti leggeranno, avranno la sensazione che stai parlando davvero a loro, che li conosci intimamente.
Ti permetterà anche di anticipare i loro bisogni in futuro, creando un’offerta sempre più specifica, mirata e di valore nel tempo.

Adesso tocca a te: chi è il tuo cliente ideale? 🙂

P.S. Dimenticavo!
Ho creato un corso gratuito dove condivido tantissimi altri consigli e risorse (gratis anche quelle!) per gestire al meglio il tuo business. Se vuoi dargli un’occhiata puoi iscriverti qui sotto:

 

Web writer. Le caratteristiche essenziali che lo contraddistinguono

Dopo aver illustrato le regole inviolabili da seguire (e quelle da non seguire) quando si creano contenuti per il web, vorrei soffermarmi su chi questi contenuti li crea di professione. Ovvero su coloro che in Italia vengono definiti web writer.

Sebbene sia un termine inglese, infatti, nel mondo del lavoro anglosassone o americano non l’ho mai sentito utilizzare. Piuttosto si parla, a seconda del caso, di content writer o copywriter.

Un web writer è invece (o almeno così mi sembra) qualcuno che possiede le caratteristiche di entrambi e che, a seconda delle esigenze del caso, si cala di volta in volta nell’uno o nell’altro ruolo professionale.

Non conosco esattamente le ragioni per cui sul mercato italiano si sia affermato questo termine, ma dal mio punto di vista è una cosa positiva.

Come già ribadito nell’ultimo post è essenziale per i lavoratori freelance essere creativi nella scelta del titolo professionale e, soprattutto, idearne uno che si adatti al proprio pubblico target di riferimento.

Vediamo allora cosa contraddistingue un web writer professionista.

1.Un bravo web writer utilizza diversi stili di scrittura

scrivere per il web Niente panico: non è necessario inventarsi nulla.
Molti stili di scrittura sono già stati “codificati” e raccolti nelle cosiddette
Guide di Stile

Come ci spiega Luisa Carrada di Mestiere di Scrivere:

“Una Guida di Stile è il documento che raccoglie regole, indicazioni e suggerimenti per chi scrive all’interno di un’organizzazione. Pubblica o privata, di qualsiasi settore.” 

Anche Buffer sviscera l’argomento in profondità nel suo blog (in inglese), indicando a fine articolo alcune Guide di Stile (Style Guides) molto autorevoli: National Geographic, WPMU (un super team di sviluppatori di WordPress secondo cui anche il design di un sito web ha bisogno della sua guida), MailChimp e addirittura The Economist.

E a casa nostra? Se non l’hai notata prima, scorri di nuovo il post di Luisa Carrada e dai un’occhiata alla sua interessantissima raccolta di Guide di Stile: ce ne sono davvero per tutti i tipi di settori e categorie professionali.

Ovviamente non è sufficiente leggere una guida per potersi dire web writer professionisti.
Però è senz’altro un ottimo punto di partenza per scrivere contenuti professionali e ben strutturati.

2. Un bravo web writer non sceglie argomenti a caso

web writerQualunque contenuto da creare comincia con l’analisi dei dati statistici.

Neil Patel ha spiegato in maniera dettagliatissima (sempre in inglese) come trovare idee per creare contenuti interessanti e di qualità. Quel post è stato poi condiviso ben 16.000 volte: mai visto un passaggio dalla teoria alla pratica più rapido di questo!

Riepilogando i dati principali da raccogliere ed analizzare:

 

Altrettanto essenziale è aggiornare le proprie conoscenze SEO con regolarità. Soprattutto nel caso di contenuti orientati alla vendita di prodotti o servizi.

3. Un bravo web writer è originale

Può sembrare un aspetto complicato perché magari, nello stesso momento, ci sono migliaia di altri content creator che scrivono dello stesso argomento.
In realtà è più semplice di quanto sembri.

Un professionista possiede sempre un proprio punto di vista, un tono di voce personale e una luce tutta sua anche su argomenti molto inflazionati.

4. Un bravo web writer è un esperto social media manager

scrivere per il webPerché?

Perché i social media offrono tutto ciò di cui si alimenta la sua professione:

  • Una vetrina dove condividere il proprio lavoro in maniera immediata e gratuita.
  • Una community di follower da coltivare.
  • Colleghi e publisher con cui interagire.
  • La possibilità di incontrare esperti del settore.

Conclusioni

Ormai ti sarà chiaro che scrivere per il web è molto diverso dallo scrivere sulla carta.
Un bravo creatore di contenuti non deve “solo” saper scrivere, ma possedere anche tutta una serie
di competenze aggiuntive sulla content creation, la ricerca di fonti autorevoli, la SEO e il social media management.

Se ritieni che queste competenze possano esserti d’aiuto per la comunicazione e il marketing del tuo business scopri il pacchetto dedicato  o richiedimene uno più specifico per le tue esigenze.

A presto!

P.S. Dimenticavo!

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Consulente o freelance?

Sei una consulente o una freelance?

consulenteAnche a te è capitato di sentire spesso questa domanda? Se anche tu lavori nel mondo di internet, sicuramente sì.

In effetti con la crescita costante dei professionisti digitali e del lavoro online (meno male!), aumentano e si diversificano di pari passo anche i ruoli professionali.
Non sempre, a mio avviso, è possible distinguerli in maniera netta.
Spesso le competenze e i servizi si compenetrano gli uni negli altri.

Consulente e freelance: cosa li differenzia?

Molte persone confondono i liberi professionisti con i consulenti e viceversa.
Eppure una distinzione esiste e risiede tutta nel modo in cui vengono percepite le due professioni.

C’è un passaggio di quest’articolo su FastCompany che trovo illuminante. Tradotto recita più o meno così:

Le parole che usiamo influenzano la percezione che gli altri hanno di noi. Dicendo di essere dei liberi professionisti (freelance, ndt) spesso non comunichiamo in maniera efficace che siamo degli esperti nel nostro campo e che non siamo disposti ad accettare lavori (e compensi) di bassa qualità.
Potrebbe sembrare un pregiudizio ingiusto, ma è così.
Troppo spesso i clienti considerano i freelance dei lavoratori a basso costo piuttosto che dei veri e propri partner.

E ho paura che questo accada fin troppo spesso.

Consulente

Vediamo la definizione che un dizionario di italiano dà di consulente:

Professionista a cui si ricorre per avere consigli e chiarimenti su questioni di sua specifica competenza

Freelance

Come viene definito un freelance dallo stesso dizionario?

Chi nell’ambito delle libere professioni, soprattutto in campo giornalistico, pubblicitario e commerciale, viene retribuito per singola prestazione d’opera, senza essere legato da un contratto

segretaria onlineCogli anche tu la (enorme) differenza?
Sembra quasi che un/a freelance sia un/a dipendente con la Partita Iva che lavora su singoli progetti o task a termine.
Una volta terminato il progetto che gli è stato assegnato, il suo rapporto con il cliente termina fino al prossimo incarico.

Invece un consulente viene percepito come un professionista molto più autorevole, slegato da scadenze o singole assegnazioni.
Perché le soluzioni che offre sono preziose indipendentemente dal tempo necessario per crearle.
Il cliente, insomma, lo percepisce come un esperto degno di un investimento per il suo business.
Soprattutto, lo coinvolge quasi come un partner in grado di fornire esperienza e valore in una specifica area.
Senza che, da parte sua, il consulente debba spendere tempo ed energie per cercare di convincerlo.

Parafrasando

Un freelance vende il propio tempo, un consulente vende il proprio valore.

Ma è davvero necessario scegliere?

segretaria onlineMeglio ancora: è davvero necessario che la scelta si riduca soltanto a due titoli professionali?

Ovviamente no. Anzi.

La strategia di personal branding che si deciderà di utilizzare farà tutta la differenza.

Secondo me la scelta del titolo professionale dev’essere quanto più creativa possibile (c’è un articolo di Alexandra Franzen che ho trovato molto utile a questo riguardo). Soprattutto: dev’essere tutta forgiata attorno al tuo pubblico target di riferimento.

A chi ti rivolgi? Chi è il tuo cliente ideale? Questo interessante post di Gioia Gottini spiega molto bene la questione.

Per definire il tuo target puoi anche ricorrere alla tecnica del cosiddetto journaling (creata dalla fantastica Marie Forleocalandoti completamente nei suoi panni del tuo cliente ideale.
Anche in questo caso Gioia Gottini corre in nostro aiuto.

Conclusioni

Quando si è professionisti indipendenti il personal branding è tutto. Investire il giusto tempo nella definizione del tipo di professioniste/i che vogliamo essere e, prima ancora, nel tipo di cliente a cui ci vogliamo rivolgere è fondamentale per la sopravvivenza stessa del nostro business.

Ti lascio con questa mia riflessione:

Se un freelance vende il proprio tempo e una consulente vende il proprio valore, allora tutti/e dovremmo aspirare ad essere degli imprenditori. E vendere il nostro business.

In ogni caso, se vuoi sapere se per te posso essere più freelance o più consulente 🙂 clicca qui oppure contattami.

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Come usare Instagram in maniera professionale: creare un calendario editoriale di un mese

Ho già parlato diverse volte di come usare Instagram in maniera professionale e di quali siano gli step da seguire per impostare e gestire un profilo aziendale o utilizzare gli hashtag in maniera ottimale.

Quando si parla di social, però, si sa che sono i contenuti a fare la vera differenza. È quindi fondamentale pubblicarli in maniera regolare. Il problema è che (molto) spesso non si ha abbastanza tempo da dedicare a quest’attività. Ne so qualcosa: è capitato spesso anche a me.

Come usare Instagram: le buone pratiche indispensabili

strategia instagramHo quindi provato a trovare una strategia, un processo che
mi aiutasse a pubblicare post in maniera più sistematica.

Dopo un po’ di ricerca ho capito che la presenza di una programmazione strategica da attuare prima di iniziare a pubblicare, è fondamentale.
Ho quindi iniziato a creare un calendario editoriale mensile partendo dalle buone pratiche di Instagram.

Vediamole una per una.

1. Per capire come usare Instagram scopri quali sono le “Giornate Internazionali” del mese

O anche se, nel corso del mese, ci sono eventi importanti (ad esempio gli Oscar).
Questi avvenimenti raccolgono un forte interesse sui social, creando un vivace “buzz”.
Se ogni tanto si dedica un post ad uno o più di questi temi “popolari” si creano buone opportunità di acquisire nuovi follower.

Ecco l’elenco ufficiale delle Giornate Internazionali. Devo dire che sono sempre di più e sempre più curiose. Ce n’è qualcuna che potresti sfruttare per il tuo business?

Ad esempio, trovo molto smart che questo ristorante “sfrutti” la Festa della Donna (vedi gli hashtag) per promuoversi:

2. Trova gli hashtag correlati e di tendenza

E a proposito di hashtag, per capire come usare Instagram in maniera efficace è fondamentale capire come utilizzarli: è grazie a loro se le persone trovano te e i tuoi contenuti.

Oltre a quelli che sono sempre di tendenza, ce ne sono sono alcuni che diventano (molto) popolari durante alcuni mesi specifici perché relativi all’evento o alla Giornata particolare che si celebra quel mese (vedi immagine sopra).

Il consiglio è di non scegliere quelli che vengono utilizzati milioni di volte (il tuo post comparirebbe nel feed mezzo secondo per poi scomparire nel mare di tutti gli altri che stanno utilizzando lo stesso hashtag nello stesso momento), ma quelli molto simili che, però, hanno un utilizzo più basso.

Ad esempio, per il mese di marzo l’hashtag #primavera è molto utilizzato: più di 7 milioni di volte.

strategia instagram

L’hashtag ideale da utilizzare in questo caso potrebbe essere #primavera2018: usato oltre 27.000 volte.
Un ottimo numero.

strategia instagram

3. Trova gli influencer del tuo settore

Citare gli influencer del tuo settore nelle didascalie è una buona mossa per rendere il tuo business visibile a moltissimi nuovi potenziali follower.

strategia instagram

4. Definisci e diversifica il tipo di contenuti

Questa domanda è il vero cuore del tuo calendario editoriale:

Che tipo di contenuti ed immagini vuoi pubblicare?

Non è necessario che siano sempre dello stesso tipo.
Ad un’immagine di una località o della tua vita personale puoi alternare un consiglio professionale (business tip), una frase motivazionale o il tuo nuovo blog post.

Una volta definiti i contenuti che vuoi pubblicare, associa ogni post ad un giorno del mese e prova a rappresentare il tutto in un’unica immagine.

Et voilà: ecco pronto il tuo calendario editoriale per i prossimi 30 giorni.

strategia instagram

PRO TIP 1. Per creare o modificare le singole immagini o i post (e il calendario editoriale stesso) puoi aiutarti con dei programmi di grafica semplici e gratuiti come Canva.

PRO TIP 2. Se nel corso del mese ci sono una Giornata Internazionale o un evento “pop” che ritieni possano aiutarti col tuo business, ricorda di inserirli nel calendario editoriale: lo schema è flessibile.

PRO TIP 3. La qualità e l’estetica delle immagini sono degli aspetti importantissimi su Instagram. Per sapere dove trovare immagini senza copyright, professionali, gratuite e ad altissima risoluzione dai un’occhiata qui.

PRO TIP 4. Se utilizzare sempre lo stesso tipo d’immagini non è necessario, uno stile grafico uniforme e riconoscibile è, al contrario, uno dei pilastri di una buona strategia di branding.
Scegli o crea una tua personale paletta di colori (possibilmente con gli stessi colori del tuo logo) ed applica quei colori ad ogni immagine (con Canva è facilissimo).
Se non hai ancora la tua palette, nessun problema: puoi creartene una in pochi minuti e in totale autonomia.
Trova il codice del colore prevalente del tuo logo con l’estensione di Chrome) Colorpick Eydropper o altro tool similare. Quindi inseriscilo in uno degli strumenti di grafica dedicati ai colori come Coolors…et voilà: la tua paletta di colori è pronta!

5. Programma i post con i tool giusti (e gratuiti!)

La strategia non funzionerà se non si automatizza tutto il processo.

Una volta che avrai preparato tutti i post del mese, utilizza uno dei tanti tool disponibili gratuitamente sul Web per programmare la data e l’ora di pubblicazione.

Te ne elenco alcuni:

Le versioni gratuite di questi strumenti hanno alcune limitazioni: il piano gratuito di Buffer permette di programmare fino ad un massimo di 10 post e, come per Later e Planoly, non consente la pubblicazione di video (ma puoi utilizzarli senza problemi se non intendi includere contenuti video nella tua strategia editoriale).
Ad ogni modo, è sempre possibile fare un piccolo upgrade a costi piuttosto contenuti.
Ad esempio, col piano “Pro” di Buffer si possono programmare fino a 100 post (inclusi video) per soli 15 dollari al mese.

Se invece ti è possibile investire  in maniera più consistente in tool molto professionali (che non prevedono piani gratuiti), ecco qualche altro suggerimento:

Cosa ne pensi di questi consigli su come usare Instagram in modo professionale?

Hai bisogno di maggiori informazioni o di ulteriore supporto nella gestione di Instagram e dei social media in generale? Dai un’occhiata al pacchetto che ho pensato per te e fammi sapere cosa ne pensi.

E a proposito di Instagram…se apprezzi la mia pagina, ti va di lasciarmi un “like”? 🙂

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Scrivere per il web: le 5 cose da fare e le 5 cose da non fare

Sono da sempre convinta che scrivere per il web preveda una serie di regole da rispettare e un’altra serie di passi falsi da evitare a tutti i costi.

Che si sia copywriter professionisti, web editor o web writer, la creazione di articoli- o contenuti di testo in genere- ha un suo decalogo (immutabile ed intramontabile) da seguire fedelmente, quasi come fosse una specie di Bibbia dei professionisti della comunicazione scritta.

Iniziamo con le 5 cose da fare se si vuole scrivere per il web:

1. Conosci il tuo pubblico

web editor

Probabilmente te lo sarai sentito ripetere fino alla nausea. Lo capisco, ma è proprio così. Non parlo solo di conoscere gli aspetti anagrafici. Chiediti piuttosto:

  • Cosa piace a chi ti legge?
  • Cosa lo interessa?
  • Cosa attira la sua attenzione?
  • Quali problemi e sfide deve affrontare?
  • Come puoi aiutarlo?

Questo passaggio è fondamentale per creare sin da subito contenuti che parlino direttamente ai loro bisogni o desideri.

Prendili per mano e portali dove vuoi tu.

Se hai bisogno di approfondire questo punto ecco alcune strategie e strumenti gratuiti per identificare il tuo cliente ideale.

2. Fai una ricerca delle parole chiave

Confesso che  neanch’io ho sempre seguito questa regola. A volte ho solo voglia di condividere dei consigli o delle riflessioni personali. Ma tutte le volte che ho ricercato le parole chiave, l’articolo si è posizionato benissimo sui motori di ricerca. Perché? Perché andando incontro a ciò che la gente cerca o desidera sul web, dimostri empatia nei loro confronti.
Se non sai da dove cominciare con la ricerca delle parole chiave, dai un’occhiata qui.

3. Descrivi i benefici piuttosto che le caratterstiche

scrivere per il webHai un prodotto fantastico? Ottimo.
Hai tentato di promuoverlo passando gran parte del tuo tempo
a descriverne tutti i singoli aspetti tecnici
che lo rendono così unico?
Tempo abbastanza sprecato.

Invece di focalizzarti su cosa i tuoi clienti dovrebbero compare concentrati sul perché dovrebbero farlo.

Oltre a fare leva sulle emozioni di un lettore, questo approccio ti aiuta anche a creare una storia del prodotto. Un racconto molto più avvincente che rimarrà impresso nella mente di chiunque molto più a lungo di una promozione basata su numeri e descrizioni.

4. Scrivi headlines magnetiche e coinvolgenti

Se non lo fai hai già perso una buona quantità di traffico, conversioni e condivisioni.

Perché?

Secondo Copyblogger, l’80% delle persone leggerà i tuoi titoli, solo il 20% leggerà, poi, i tuoi contenuti .
Suona molto ingiusto lo so, ma è per questo che creare titoli accattivanti è una regola molto importante dello scrivere per il web.

5. Rendi felici i tuoi lettori

scrivere per il webScrivere contenuti che diventino virali è forse il sogno di ogni web writer.
Ma anche se non fosse così, sapevi che gli utenti hanno maggiori probabilità di condividere contenuti che li rendono felici?
Il concetto è spiegato molto chiaramente in questo post sulla Scienza delle Emozioni del blog di Buffer.
In particolare quando vengono citate le parole di Abigail Posner, responsabile delle strategie creative di Google:

Quando vediamo o creiamo un’immagine che ci rallegra, la inviamo agli altri per dargli un po’ di quell’energia ed effervescenza. Ogni dono contiene lo spirito del donatore. Inoltre, ogni immagine ricorda a noi e agli altri che siamo vivi, felici e pieni di energia (anche se potremmo non sentirci sempre così in quel momento). E quando mettiamo un “Mi Piace” o commentiamo una foto o un video che ci viene inviato, inviamo di nuovo un regalo al mittente. […] Questo regalo condiviso contribuisce ad uno scambio di energia che amplifica il nostro piacere. Ed è qualcosa che ci sentiamo obbligati a fare.

Ed ecco le 5 cose da non fare se si vuole scrivere per il web:

1. Non rendere i contenuti troppo lunghi e complicati

web editorSul web ci sono mille distrazioni ogni singolo momento e l’attenzione degli utenti è MOLTO più bassa della vita reale (secondo il TIME è addirittura più bassa di quella di un pesce rosso…!).

È fondamentale, allora, che la lettura sia quanto più semplice
e scorrevole possibile:

  • Rimuovi le parole non necessarie
  • Mantieni il tuo linguaggio semplice
  • Rileggi più volte
  • Suddividi il testo in (pochi) paragrafi
  • Usa il grassetto per i concetti più importanti
  • Suddividi il testo in elenchi puntati e numerati (come questo)
  • Alterna i contenuti visivi (immagini e video) ai contenuti di testo

2. Non dimenticare link e Call-To-Action

Includere link interni ed esterni nei propri contenuti è sempre un’ottima pratica SEO: i primi manterranno gli utenti più a lungo sul tuo sito, i secondi (se puntati verso fonti autorevoli) ti aiuteranno a creare una buona strategia di backlink.

E a proposito di “indirizzare i lettori”…qual è il modo migliore per far compiere un’azione ai tuoi lettori? Semplice: chiedergliela.

Mentre molti ritengono che gli inviti all’azione (le cosiddette Call-To-Action o CTA) siano troppo semplicistici ed esplicativi, diversi case study dimostrano quanto in realtà siano una parte essenziale di un buon copywriting.
Ricorda, quindi, che tutto ciò che scrivi dovrebbe includere inviti all’azione (convincenti).

Le Call-To-Action hanno un enorme valore perché incoraggiano le persone a cliccare, acquistare, scaricare o condividere, aiutandoti a raggiungere gli obiettivi del tuo brand…e a far crescere la tua azienda!

3. Non esagerare e non mentire

web editorSe non hai ancora fatturato un milione di dollari online, per favore non dire che lo hai fatto. Se nessuno ha la minima idea di chi tu sia, non affermare il contrario. Sii onesto/a.

Contrariamente a quello che ogni marketer sulla terra vorrebbe far credere, dicendo di essere “il/la migliore del mondo” in qualcosa rischi di perdere credibilità.

Le persone capiscono da sole che cosa sia un “grosso affare” e cosa no, e questo vale anche per la tua azienda.

Se si è veramente bravi in qualcosa si dovrebbe semplicemente provare a spiegare perché lo si è.
Magari rafforzando la propria tesi attraverso case study, statistiche, testimonial, report ecc ecc. Insomma attraverso dati o parole altrui, più che le proprie.

4. Non fare un uso eccessivo delle parole chiave

Anche se al punto 2 delle 5 regole da seguire ho consigliato di utilizzare le parole chiave, attenzione alle mille insidie della SEO.
Se le keyword vengono ripetute troppo spesso all’interno di un testo si rischia di incappare nel cosiddetto keyword stuffing: un effetto “robotico” che inciderà negativamente sulla leggibilità del tuo contenuto, sul suo tasso di conversione e sulla sua posizione nella SERP.
Insomma, i lettori scapperanno dalla tua pagina e i motori di ricerca ti penalizzeranno.
Per evitare la cosa, puoi avvalerti di appositi plugin come SEO Yoast (per WordPress) che segnalano la giusta frequenza della parola chiave.

scrivere per il web

5. Non fare errori ortografici

Potrà sembrare banale e scontato da dire, ma io resto sempre stupita di quanto certi errori siano ancora diffussissimi (avete notato quante volte si scriva “apposto” invece di “a posto”? Io soffro tantissimo!).

Il dizionario italiano è nostro amico. Consultiamolo spesso 🙂

Cosa ne pensi?

Hai bisogno di supporto nella creazione di contenuti? Ti serve aiuto nella creazione o la gestione di un blog aziendale?
Vai al pacchetto “Blog Accudito” o a quello più adatto alle tue esigenze.

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Come aprire un blog: 11 step per un sito sicuro, performante, SEO-friendly e in linea col GDPR

Sull’importanza che riveste un blog professionale per la propria attività ho già parlato nel mio guest sul post  TagliaBlog.

Perché aprire un blog?

Per mille ragioni.
Aprire un blog è il modo più semplice di far conoscere il tuo business al mondo, condividere le tue idee e le tue competenze e ottenere maggiore visibilità.
Puoi utilizzarlo per promuovere la tua attività come centro della tua strategia di web marketing o persino per creare un sistema automatizzato di entrate online.

La buona notizia è che, nel 2018, aprire un blog è più facile che mai.

Per nostra fortuna sono passati i tempi in cui lanciare un blog richiedeva molte abilità di programmazione (HTML, CSS, PHP ecc. ecc.).

Ho creato questo post in base alla mia esperienza diretta. Cioè di qualcuno che ha fatto affidamento sulle sole risorse reperite in rete (sulla cui qualità garantisco di persona) e svolto innumerevoli test per capire cosa funzionasse e cosa no.
Nella speranza di far risparmiare tempo a tutti coloro che stiano pensando che un blog sia indispensabile per la loro attività, ho riassunto i passaggi fondamentali per aprire un blog professionale che sia anche legale, sicuro, performante e ottimizzato in chiave SEO.

Premessa importante per aprire un blog

Qualunque strategia di comunicazione online tu intenda applicare, non può funzionare se prima non ti dai degli obiettivi su cosa, come e quando intendi raggiungere, attraverso gli strumenti di marketing che il Web ti mette a disposizione.

Perché questi obiettivi siano efficaci, segui lo schema SMART:

  • Specific (Specifici. Cioè devono fare riferimento ad un’area di miglioramento ben definita)
  • Measurable (Misurabili)
  • Achievable (Raggiungibili)
  • Realistic (Realistici. Possono essere effettivamente raggiunti con le risorse di cui disponi?)
  • Time-based (Definiti nel tempo)

Una volta definiti gli obiettivi, puoi passare alla creazione del blog. Ecco quali sono i passaggi essenziali per costruirne uno che sia allo stesso tempo performante e professionale.

1. Abbonati ad un servizio di Web Hosting per “ospitare” il tuo blog

come usare wordpress

Il primo passo da compiere è scegliere un servizio di Web Hosting.

Di cosa si tratta?

Di quello spazio virtuale all’interno del quale verranno salvati tutti i file e i database del blog e che “ospiterà” il sito stesso, rendendolo visibile online.

Premetto che ai fini della creazione di un blog aziendale sconsiglio vivamente di utilizzare un web hosting gratuito:

  • La maggior parte di essi NON ti permette di avere un tuo dominio, ma solo un dominio di secondo livello.
    Per intenderci: l’indirizzo web del tuo sito non potrà essere del tipo www.tuosito.comma solo www.tuosito.wordpress.com
  • Possiedono grosse limitazioni alla performance del sito stesso.
    Se il traffico verso il tuo sito inizia ad aumentare (come ci auguriamo) potrebbero presentarsi dei problemi tecnici, come un caricamento del blog molto lento.
    Risultato: l’esperienza dell’utente e il posizionamento del sito stesso sarebbero compromessi.

Se hai intenzione di utilizzare il tuo sito o blog per generare guadagni o per promuovere la tua attività, vorresti un web hosting così performante e sofisticato da non presentare MAI questo tipo di problemi.

Per questo motivo, consiglio sempre di avvalersi di un servizio hosting a pagamento.

Niente paura: esistono diversi provider che offrono la possibilità di sottoscrivere un abbonamento a costi piuttosto accessibili.

Nella scelta di un web hosting per un sito professionale raccomando di prendere sempre in considerazione questi parametri:

  • Velocità di caricamento del sito
  • Sicurezza
  • Prezzo
  • Esistenza (e professionalità) del servizio di supporto
  • Facilità di utilizzo

In base a queste caratteristiche la mia selezione personale si riduce a due provider: SiteGround e Bluehost.

SiteGround

come usare wordpressSiteGround è in assoluto uno dei migliori servizi di web hosting che io conosca.
Ottimizzato per WordPress (ma non solo), garantisce una prestazione eccellente per qualunque sito, sia in termini di velocità di caricamento sia in termini di sicurezza.

Oltre all’incredibile facilità di utilizzo (puoi installare WordPress con 1 clic. Letteralmente), ha un ottimo rapporto qualità/prezzo: l’abbonamento base di 3,95 euro al mese è valido fino a 10.000 visitatori mensili.

Offre anche una serie di servizi aggiuntivi gratuiti quali:

  • Creazione di un account email personalizzato con il tuo dominio (del tipo info@tuosito.it)
  • Servizio di Backup
  • Trasferimento di un sito o un dominio già esistenti verso SiteGround in poche ore
  • Tutorials e guide scaricabili per la creazione e gestione del tuo sito
  • cPanel flessibile e ricco di funzionalità
  • Aggiornamenti automatici di WordPress
  • Passaggio da HTTP a HTTPS

Il tutto condito da un servizio di supporto tecnico attivo 24 ore su 24 (disponibile anche in italiano) contattabile via telefono, mail o chat.

Essendo SiteGround il servizio di hosting che utilizzo per questo sito, garantisco personalmente sulla sua qualità. E posso dire lo stesso sul servizio di assistenza: sempre disponibile e tempestivo nel risolvere i problemi.

Ultimo, ma non meno importante: il team di SiteGround ha ideato un incredibile sistema di protezione da eventuali attacchi hacker che può contare su ben 7 livelli di sicurezza.

Bluehost

come usare wordpressBluehost è il secondo provider che mi sento di raccomandare.

Anch’esso ottimizzato per WordPress, i piani d’abbonamento
partono da 3,95 dollari al mese ed includono:

  • Dominio gratis il primo anno
  • Installazione WordPress con 1 clic
  • Backup
  • Account email personalizzati
  • Offerte e sconti per campagne pubblicitarie online
  • Webinars gratuiti per la creazione e gestione del proprio sito

Anche Bluehost offre un servizio di supporto attivo 24 ore per 365 giorni all’anno, raggiungibile via chat o email, ma disponibile solo in inglese. Se l’inglese non è un problema si può contattare l’assistenza anche via telefono, ma bisogna chiamare negli Stati Uniti.

2. Scegli con cura dominio ed estensione del tuo blog

come usare wordpress

Il dominio è l’indirizzo URL del tuo sito.

L’estensione è la parte che si trova dopo il punto.
Quando acquisti un piano hosting, puoi scegliere anche il dominio e l’estensione che vorresti per il tuo futuro blog.

Se non hai ancora le idee chiare su quale nome scegliere, ecco alcuni consigli “evergreen”:

  1. Utilizza le keywords relative al tuo settore o argomento del blog.
  2. Rendilo unico: il tuo dominio è parte del tuo brand. Cerca delle keywords o una combinazione di esse che si differenzi e rispecchi la personalità del tuo business.
  3. Rendilo semplice da digitare. Domini troppo lunghi o difficili da scrivere possono risultare “fastidiosi” per gli utenti. Ricorda che puoi inserire i trattini per separare le parole.

In merito all’estensione del sito, è sempre consigliato scegliere una di quelle più comuni ed utilizzate.
La scelta si riduce, gran parte delle volte, a .com o .it.
L’estensione .com è l’estensione di dominio di primo livello più utilizzata e più popolare di internet.
Se vuoi aprire un blog che sia indirizzato (anche) ad un pubblico internazionale devi senz’altro scegliere quest’estensione.
Il dominio che termina con .it è un country code top-level domain cioè un dominio di primo livello nazionale.
Se il tuo blog sarà rivolto ad un pubblico di lingua italiana, questo tipo di estensione è la scelta migliore.

Per controllare se il dominio che hai scelto può essere utilizzato o se esiste già, puoi utilizzare KnowEm che, oltre ai domini, ti mostrerà anche se quello stesso nome è attualmente in uso sui social network o sulle principali piattaforme di blogging.

3. Crea il tuo blog con WordPress

come usare wordpress

Il secondo ingrediente di cui hai bisogno per poter aprire un blog è un CMS (Content Management System), ovvero un programma per la creazione e la gestione dei contenuti e dei file del sito stesso.

Esistono diversi CMS sul mercato, ma uno tra i più popolari ed utilizzati sul pianeta è WordPress.

Perché?

  • È estremamente user-friendly.
  • Puoi utilizzarlo anche se non sei un programmatore o un web master.
  • È gratuito.
  • È 100% SEO-friendly: oltre che piacere a noi, piace anche a Google. 🙂
  • Ha una vastissima community di riferimento con cui puoi interagire in qualunque momento all’interno del forum per ottenere aiuto, consigli e suggerimenti.
  • Puoi avvalerti di moltissimi tutorial sul suo utilizzo.

A scanso di equivoci, è importante fare una piccola grande precisazione.

Esistono due versioni di WordPress: WordPress.com e WordPress.org

  • Utilizzando WordPress.com gestirai il tuo sito direttamente dalla piattaforma online di WordPress. In questo modo non dovrai acquistare né dominio né spazio hosting.
    Perché NON la consiglio?
    Perché presenta delle fortissime limitazioni: non è possibile installare né tema né plugin.
    Il risultato sarà quindi un sito penalizzato dal punto di vista dell’aspetto e della funzionalità.
    Decisamente poco professionale.
  • WordPress.org è la versione di WordPress a cui mi sono implicitamente riferita finora.
    Si tratta di un software open-source che puoi scaricare e installare all’interno dello spazio hosting che hai acquistato (infatti è anche detto self-hosted).
    Wordpress.org offre infinite possibilità di personalizzazione del proprio blog perché supporta migliaia di temi e plugin.
    In pratica, con la versione self-hosted di WordPress, si può creare qualunque tipo di sito.

4. Come installare WordPress e avviare il tuo blog

Ecco un utilissimo video tutorial su come acquistare dominio e spazio hosting e installare WordPress (.org) su SiteGround, del sempre valido Andrea Di Rocco:

Iniziamo a creare il nostro nuovo sito web allora 🙂

5. Scelta del tema WordPress: le 10 regole d’oro per un blog curato

come usare wordpress

Ebbene sì. Per funzionare, WordPress ha bisogno di un tema.

Cos’è un tema?

È un programma che genera il layout e l’aspetto grafico del sito e permette di aggiungere funzionalità a WordPress. 

Una volta installato, WordPress avrà un suo tema di default.
Si tratta di un template piuttosto basico che difficilmente soddisferà le esigenze legate alla creazione di un sito professionale. La buona notizia è che si può cambiare.

Per WordPress sono disponibili sia temi gratuiti che a pagamento (anche detti Premium).
I primi li puoi trovare direttamente sul sito di WordPress, mentre alcuni tra i siti di temi Premium più popolari sono Theme ForestMy Theme Shop  ed Elegant Themes.
La scelta è davvero sconfinata ed è facile sentirsi sopraffatti dalle migliaia di opzioni disponibili.
Per aiutarti a prendere una decisione eccoti quelle che io chiamo le 10 regole d’oro per la scelta di un tema WordPress.

#1 Opta per la semplicità

Focalizzati su un tema il cui design sia esteticamente accattivante, ma non eccessivamente complicato (un milione di colori, fonts stravaganti, grafica labirintica, ecc). Il fine ultimo di un sito è aiutare i visitatori a trovare le informazioni che cercano e i proprietari a raggiungere i loro obiettivi.
Quindi l’usabilità e la facilità di navigazione non devono mai essere compromesse.
Opta anche per un tema che abbia un website builder al suo interno: potrai creare le pagine del blog spostando i singoli elementi al loro interno con un semplicissimo Drag and Drop. 

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#2 Cerca un tema responsivo

I temi responsivi adattano il loro layout a seconda del dispositivo da cui si visita il sito. Dato che la maggior parte del traffico web ormai proviene da mobile, un tema mobile-friendly è diventato una scelta obbligata.

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#3 È compatibile con i principali browser?

I futuri visitatori del tuo blog utilizzeranno browsers differenti, oltre che dispositivi differenti.
Alcuni temi potrebbero apparire perfetti su alcuni browser, ma presentare problemi su altri.
Assicurati quindi che il tema sia compatibile con tutti i maggiori browser: Google Chrome, Firefox, Internet Explorer, Safari, ecc.

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#4 E con WordPress?

O meglio: è compatibile con l’ultima versione di WordPress?
Per un corretto funzionamento del sito è importante che il tema sia aggiornato tempestivamente dagli sviluppatori quando vengono rilasciate nuove versioni di WP.

#5 Controlla le valutazioni degli utenti e il numero di download

È probabile che ad un punteggio elevato e ad un alto numero di download da parte degli utenti corrisponda un’altrettanto alta qualità del tema.

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#6 È ottimizzato in chiave SEO?

WordPress è già un’ottima piattaforma dal punto di vista SEO, ma anche il tema gioca un ruolo cruciale.
Un template può essere esteticamente molto piacevole, ma presentare lo stesso un codice HTML piuttosto scarso.
Verifica dalla descrizione del template se sia stato pensato anche per la SEO.

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#7 Controlla i widget e i plugin supportati

I widget e i plugin sono il vero punto di forza di WordPress perché ti permettono di espandere al massimo le funzionalità e il potenziale del tuo sito.
Ma molte funzioni del sito varieranno a seconda del template per cui opterai.
Assicurati, allora, che il tema che utilizzerai supporti tutti quei plugin essenziali per il corretto funzionamento del tuo blog e per il raggiungimento degli obiettivi di comunicazione prefissati.

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#8 Scegli un tema translation-ready

Se dovessi aver bisogno di costruire un sito in più lingue (come nel mio caso) o volessi tradurre in italiano un template (sono quasi tutti in inglese) scegli un tema che supporti i plugin per sviluppare un sito multilingue e che ti permetta di tradurre anche i singoli elementi al suo interno. Come WPML.

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#9 Il tema supporta un e-commerce?

Se stai usando WordPress per creare un sito e-commerce o un sito vetrina con una pagina shop, il template deve (ovviamente) supportare questa funzione.

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#10 Last but not least: accertati che il tema offra un servizio di supporto valido

Come per il servizio di hosting, se dovessi avere un problema tecnico vorresti avere la possibilità di rivolgerti a degli sviluppatori che lo risolvano in fretta.
Quindi assicurati che il template offra delle guide e dei tutorial sull’installazione e l’utilizzo e un servizio di assistenza da contattare in caso di necessità.guadagnare online

[Se vuoi sapere a quale tema appartengono le immagini qui sopra, si tratta di Enfold].

Una volta individuato il tuo tema, per installarlo vai su Aspetto -> Temi -> Aggiungi Nuovo ed inizia a personalizzarlo aggiungendo il tuo logo, i colori del tuo brand e tutto ciò che ti serve.

6. SEO: come ottimizzare il tuo blog

come usare wordpressSEO on-site e on-page

Con WordPress come CMS e il tema giusto siamo già a buon punto.

Mancano gli ultimi accorgimenti da utilizzare per ottimizzare al massimo il tuo sito per Google.

E fare in modo che si innamori di te 🙂

  • Scarica il plugin SEO by Yoast.
  • È il miglior plugin WordPress per aiutarti di volta in volta ad ottimizzare i tuoi contenuti, siano essi pagine (Pagine -> Aggiungi Nuovo) o articoli del blog (Articoli -> Aggiungi Nuovo). Così da posizionarti sempre meglio sui motori di ricerca.
  • Collega il sito a Google Analytics. Solitamente è possibile farlo attraverso il tema, inserendo il codice di monitoraggio direttamente nelle impostazioni.
    In alternativa si può utilizzare un plugin come Google Analytics by Yoast.
  • Inizia ad usare le parole chiave e ad inserirle nel titolo, nello URL, nel testo dell’articolo, nel testo alternativo delle immagini ecc.
    Se hai dei dubbi su come trovare le keywords, leggi il mio post sui tool gratuiti per individuare le parole chiave più adatte al tuo progetto.
  • Registra il sito su Google Search Console: un servizio gratuito di Google che ti consente di monitorare e gestire la presenza del tuo sito nei risultati di ricerca.

SEO off-page

come aprire blog di successo

Ovviamente si tratta di tecniche da utilizzare in un secondo momento, quando avrai già aperto il tuo blog e il sito sarà pronto, finito ed ottimizzato.

Ma non sottovalutare la SEO off-page: è importante almeno quanto la SEO on-site perché fornisce a Google un’indicazione su quanto sia popolare e come viene percepito il tuo blog. 

I principali fattori di SEO off-page sono:

  • Link building. Ovvero la creazione di link di qualità su siti autorevoli  del tuo stesso settore che puntino verso il tuo.
  • Guest post. Un’ottima tecnica di link building e di crescita del traffico verso il tuo blog.
  • Condivisione sui social media. 
  • Aggregatori di blog. Piattaforme che raccolgono tutti i blog ordinandoli per categoria.
    Puoi chiedere di iscrivere il tuo in qualunque momento.

Una volta che avrai messo in pratica una o più di queste tecniche puoi utilizzare i SEO tool di cui ti parlo qui per controllare il posizionamento del tuo sito e “aggiustare il tiro” nel tempo.

7. Evita il “blocco dello scrittore” con un calendario editoriale

Torniamo all’interno del nostro blog.
Finalmente è pronto e ottimizzato: puoi passare alla stesura e alla pubblicazione dei post.

Il calendario editoriale è uno strumento importantissimo per assicurarsi una pubblicazione regolare degli articoli e facilitare il posizionamento sui motori di ricerca.

WordPress ha già una propria funzione nativa per programmare i singoli post, ma i plugin per il calendario editoriale ti permettono di avere una visione complessiva di tutti i post da pubblicare, giorno per giorno.
Tra tutti, il più popolare è senz’altro Editorial Calendar.

8. Immagini e video di qualità sono fondamentali per gli utenti del tuo blog

come usare wordpress

Utilizzare dei contenuti visivi di alta qualità è un altro aspetto cruciale quando si tratta di creare contenuti piacevoli, leggibili ed accattivanti.

Fortunatamente il Web ci mette a disposizione moltissimi siti da cui è possibile scaricare, in maniera gratuita e legale, immagini e video professionali ad alta risoluzione (qui te ne elenco più di 20).

PRO TIP. Le immagini ad alta definizione sono, spesso, tanto belle quanto pesanti.
Se pubblicate sul sito nelle loro dimensioni originali potrebbero comprometterne la velocità di caricamento.
Prima di caricarle sul blog utilizza dei tool come JPeg Mini, ImageOptim Image Optimizer: alleggeriscono il peso delle foto senza intaccarne la qualità.

9. Abbraccia le “buone pratiche” del blogging

Per rendere i tuoi contenuti quanto più fruibili possibile e per mantenere vivo il tuo blog, il mio consiglio è di seguire sempre questi passaggi. Sia nella fase di stesura sia dopo aver pubblicato gli articoli.

  • Inserisci dei link sia interni che esterni che reindirizzino ad altri contenuti d’interesse per i tuoi lettori.
  • Suddividi il testo in brevi paragrafi per renderlo quanto più leggibile possibile.
  • Crea elenchi puntati (come questo) e numerati (come quest’articolo).
  • Evidenzia in grassetto i concetti più importanti.
  • Alterna sempre testo e contenuti visivi per non appesantire la lettura.
  • Rispondi ai commenti dei lettori.

Soprattutto, prediligi chiarezza e semplicità.
Scrivi per le persone, non per i motori di ricerca.
Se il lavoro di SEO è stato buono e la redazione di contenuti costante, i risultati arriveranno.

Se vuoi saperne di più su come scrivere sul web in maniera professionale, dai un’ occhiata al mio post sulle 5 cose da fare e le 5 da non fare con i contenuti online.

10. Rendi il tuo blog super sicuro

come usare wordpress

Avere servizi di web hosting come SiteGround o Bluehost è già un ottimo punto di partenza.

Ci sono poi alcune buone abitudini da seguire e plugin da utilizzare per poter gestire il tuo sito in totale tranquillità, consapevoli che per qualunque imprevisto ci sarà sempre un rimedio (e non andare nel panico):

  1. Scarica sempre gli aggiornamenti di WordPress: sono fondamentali per la sicurezza e la stabilità del sito.
  2. Installa un plugin specifico per la sicurezza.
    Personalmente utilizzo iThemes Security (considerato uno dei più potenti): ha più di 30 funzionalità.
    Ad esempio: permette di fare un backup del sito in qualunque momento, invia una email di notifica all’amministratore in caso di tentativi di accesso indesiderati e individua e banna gli indirizzi IP sospetti inserendoli in una “black list” ad hoc.
  3. Installa Akismet: il miglior plugin contro i commenti spam.

11. Fa’ in modo che il tuo blog sia in linea con la normativa italiana ed europea

come usare wordpress

Privacy Policy, Cookie Policy e GDPR

In base al codice della privacy – D. Lgs 196/2003, su ogni sito web si deve poter accedere alla privacy policy.
Significa che è necessario pubblicare due link (uno per un’informativa breve e uno per un’informativa estesa) che illustrino come vengono trattati i dati sensibili dell’utente.
Nel caso in cui l’informativa sulla privacy non compaia sul proprio sito, le sanzioni previste vanno dai 6.000 euro in su.

Il 2 giugno 2015, inoltre, è entrato in vigore il Provvedimento numero 229/2014 del Garante della Privacy che prevede che l’utente venga informato e debba dare il suo consenso all’utilizzo dei cookie.

Le sanzioni per la mancata applicazione del provvedimento sono piuttosto pesanti anche in questo caso:  da un minimo di 6.000 euro ad un massimo di 36.000 per omessa informativa e da 10.000 a 120.000 euro nel caso in cui venga dimostrata l’installazione di cookie di profilazione senza l’autorizzazione degli utenti.

Insomma, meglio attrezzarsi.

La più classica delle soluzioni per l’adeguamento del proprio sito alla normativa vigente è offerta da Iubenda. Sottoscrivendo un abbonamento annuale a Iubenda, infatti, è possibile acquistare un vero e proprio pacchetto completo di cookie policy e privacy policy creato ad hoc per il proprio sito.
Si potrà poi installare il tutto grazie ad un apposito plugin.

Aggiornamento: il 25 maggio 2018 è entrato in vigore il Regolamento Europeo 679/2016 in materia di protezione dei dati personali, conosciuto anche con l’acronimo GDPR “General Data Protection Regulation”. Con l’entrata in vigore del Reg. EU 679/2016, numerose aziende sono state tenute a rivedere la gestione del trattamento dei dati personali.

Se ti trovi nell’Unione Europea dovrai rispettare il Regolamento, a prescindere dalla nazionalità o dalla residenza del cliente a cui i dati personali si riferiscono.

In altre parole, se vendi i tuoi prodotti o servizi ad una clientela che si trova negli Stati Uniti, in Australia o in Sudafrica, dovrai comunque applicare il regolamento.

L ’autorità Garante per il trattamento dei dati personali ha predisposto numerose schede informative per facilitare la comprensione e l’adeguamento della nuova normativa.

A livello più prettamente “tecnico” riguardante le modifiche da apportare al sito, ho testato varie alternative e posso confermare che Iubenda è risultata essere, per me, la soluzione migliore.
Purtroppo non mi è stato possibile trovare soluzioni gratuite adeguate.
Con Iubenda, per lo meno, è possibile ottenere un prezzo leggermente agevolato acquistando da qui una o più licenze con il 10% di sconto.

Indicazione della Partita Iva nella Home Page

Per i siti professionali c’è poi un ulteriore regolamento a cui attenersi: l’art. 34 del D.P.R. 633/72 ribadito dalla Risoluzione n. 60 del 2006 dell’Agenzia delle Entrate.
Se possiedi un sito web con evidenti fini “economici” (in cui, cioè, vendi prodotti o servizi) è obbligatorio indicare la Partita Iva nella home page del sito.
Le sanzioni per la mancata aggiunta della Partita Iva vanno dai 258 ai 2.065 euro.

Pront@ ad andare online con il tuo nuovo blog?

Spero che questa mini guida su come aprire un blog professionale sicuro, legale e seo-friendly ti sia stata utile.
Se hai delle domande o vuoi aggiungere dei suggerimenti, lasciami pure un commento.

Vorresti avere un blog, ma sai già che non avrai il tempo di gestirlo? Dai un’occhiata al mio pacchetto “Blog Accudito” : posso pensarci io per te.

P.S. Dimenticavo!
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